L’inganno della perdizione – Anche in un mondo “sofisticato”
L’illusione di essere ritrovati: tutti conosciamo il figlio prodigo che si perde e viene accolto con festa dal padre. Ma pochi notano il fratello maggiore, apparentemente perfetto, che in realtà è altrettanto perduto, perché il suo cuore è lontano da Dio. Questo post rivela una verità scomoda: non basta una vita rispettabile o un battesimo infantile per essere in pace con Dio. La salvezza non si guadagna con le buone opere, ma si riceve per grazia mediante la fede in Cristo. Sei davvero ritrovato… o vivi nell’illusione di esserlo? Una riflessione profonda che potrebbe cambiare per sempre il tuo rapporto con Dio.
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Jesse Schreck
12/17/20256 min read


L’illusione di essere ritrovati
Molte persone conoscono la storia del figliuol prodigo (Luca 15:11-32). Si tratta di una parabola molto amata del Nuovo Testamento, che tocca profondamente il cuore. Un giovane chiede in anticipo la sua eredità, si reca in un paese lontano e dissipa tutto in una vita dissoluta e sconsiderata. Quando i soldi finiscono, lui cade nella disperazione, arrivando persino a desiderare il cibo dei maiali, ma poi rientra in sé, decide di tornare a casa e si prepara a confessare i suoi peccati. Umiliandosi, lui è disposto a diventare un semplice servo nella casa di suo padre, pur di essere riaccolto, nonostante la sua vita stolida e peccaminosa.
Con sua grande sorpresa, al ritorno, il padre lo sta aspettando. Invece di punirlo, gli corre incontro, lo abbraccia, lo bacia e organizza una grande festa: il suo figlio perduto è stato ritrovato.
Questa storia è una bellissima immagine di ciò che accade quando una persona diventa cristiana. Riconosce il suo peccato e la stoltezza di aver cercato di vivere indipendentemente da Dio, si pente, abbandona le vecchie vie e accoglie per fede Gesù Cristo, ricevendo il perdono e la vita eterna.
Tutti noi, sebbene creati a immagine di Dio per adorarlo e glorificarlo, abbiamo scelto di vivere autonomamente dal nostro Creatore, proprio come il prodigo figlio. Abbiamo cercato scopo e significato al di fuori di Colui che ci dà la vita. Abbiamo fabbricato idoli nei nostri cuori per sostituire Dio. Alcuni affrontano le conseguenze prima di altri, ma tutti le affronteremo quando compariremo davanti al nostro Creatore. Viviamo nell’illusione di essere in buoni rapporti con Dio. La nostra felicità, al di fuori della salvezza, dipende interamente dalle circostanze. In realtà, spesso siamo infelici. Siamo perduti, senza vero scopo o speranza.
La parte trascurata della storia che cambia tutto
Ciò che la maggior parte delle persone trascura nella parabola del figlio prodigo è la perdizione, potenzialmente più grande, del fratello maggiore. Lui non ha mai chiesto l’eredità, né ha dissipato le ricchezze del padre con prostitute e una vita sconsiderata. Eppure, il suo amore per il padre era in fondo superficiale. Quando vide il fratello minore salvato dalla rovina, il fratello maggiore si infuriò. Lui non aveva spazio nel cuore per rallegrarsi di ciò che invece rallegrava il padre: il ritorno del figlio perduto.
Ma egli si adirò e non voleva entrare; allora suo padre uscì a pregare lui. Ed egli, rispondendo, disse al padre: “Ecco, da tanti anni ti servo e non ho mai trasgredito alcun tuo comandamento; a me però non hai mai dato neppure un capretto per far festa con i miei amici. Ma quando è venuto questo tuo figlio che ha divorato i tuoi beni con le prostitute, tu hai ammazzato per lui il vitello ingrassato!” – Luca 15:28-30
Il fratello maggiore presumeva di essere in buoni rapporti con il padre, eppure il suo cuore era lontano da lui. Può darsi che lui non abbia peccato in modo grave, ma nemmeno ha amato sinceramente come il padre. Le sue azioni decorose non erano motivate dall’amore per il padre, ma dall’interesse personale e dall’autorealizzazione. In realtà, era avaro e la sua fede era superficiale.
Gesù citò Isaia per descrivere tali persone:
E Gesù disse loro: «Ben profetizzò Isaia di voi, ipocriti, com’è scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. – Marco 7:6-7
Gesù insegnò ai suoi discepoli che il più grande comandamento è amare il Signore nostro Dio.
«Maestro, qual è, nella legge, il gran comandamento?» Gesù gli disse: «“Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, è: “Ama il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti». – Matteo 22:36-40
Molte persone oggi, specialmente nelle culture tradizionali religiose come in Italia, sono proprio come il fratello maggiore. Loro vivono vite rispettabili, si presentano bene ed evitano mali evidenti come omicidio, stupro e furto. La maggior parte della gente presume, quindi, di essere in buoni rapporti con Dio. Loro sono stati battezzati da bambini nella “chiesa” e si considerano molto migliori di “quegli stranieri sporchi, ignoranti e sconsiderati”.
Ciò che loro non riescono a realizzare è che il fratello maggiore era perduto, tanto quanto il fratello prodigo era apertamente ribelle. Il suo problema era l’autogiustificazione: lui si paragonava favorevolmente al fratello e si vantava che la sua condotta avrebbe dovuto guadagnargli il favore di Dio.
Ecco il punto cruciale: la perdizione non ha nulla a che fare con l’apparenza esteriore (come ci presentiamo), con le buone o le cattive azioni, con la ricchezza o la povertà, con l’ordine o il caos.
Un uomo d’affari elegante e di successo, con una bella casa e una ridente famiglia, può essere perduto quanto una prostituta violenta e tossicodipendente che vive per strada.
La perdizione dipende interamente da una sola cosa: se sei unito o meno a Dio, per sola grazia, mediante la sola fede, in Cristo soltanto, come rivelato solo nella Scrittura, alla sola gloria del Dio vero e trino. Non essere più perduto dipende dal fatto che tu abbia udito il vero vangelo, lo abbia compreso, vi abbia creduto e abbia agito di conseguenza.
Una persona perduta può essere ricca, produttiva e persino fare molto bene all’umanità. Eppure, ogni persona perduta fallisce nel vivere per lo scopo per cui è stata creata: glorificare Dio e godere in Lui per sempre. Lei ha deviato e cammina per la propria strada. In definitiva, ogni persona perduta vive per la propria gloria anziché per quella di Dio. Alcuni sono esteriormente decorosi e presentabili, ma tutti vivono contrariamente alla volontà rivelata di Dio. Tutti hanno poco o nessun genuino amore o nessuna vera gratitudine verso il Signore che dà loro ogni respiro.
ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele ed estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. – Efesini 2:12
La realtà è che chiunque non sia stato rigenerato dallo Spirito di Dio rimane perduto: fisicamente vivo, ma spiritualmente morto nei suoi peccati. La vita di Cristo non è in lui, la vera vita non la conosce.
Chi crede nel Figlio di Dio ha questa testimonianza in sé; chi non crede a Dio, lo fa bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha resa al proprio Figlio. E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio non ha la vita. – 1 Giovanni 5:10-12
Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l’andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell’aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli. Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d’ira, come gli altri. – Efesini 2:1-3
Domande per una riflessione ulteriore
Qual è il tuo rapporto con Dio, il tuo Creatore?
Come fai a saperlo?
Quanto tempo dedichi alla lettura e alla meditazione della Parola vivente di Dio?
Credi che la tua salvezza dipenda dalle tue buone opere o dall’assenza di peccati gravi?
Hai compreso l’insegnamento di Gesù sulla necessità della nuova nascita per entrare nel regno di Dio?
La realtà per ogni persona viva oggi è semplice: o sei perduto nelle tenebre (Colossesi 1:13) o sei rigenerato, vivo in Cristo, per camminare in novità di vita nella sua luce.
Dove ti trovi? Come fai a saperlo?
Lascia che ti incoraggi: se non l’hai ancora fatto, prendi e leggi la tua Bibbia. Non puoi conoscere la vera vita o la gioia al di fuori dell’essere veramente salvato. Non puoi sapere di essere salvato se non sai come si viene salvati. Non puoi sapere come essere salvato, al di fuori della Parola vivente e immutabile di Dio.
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